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Brasile
Il viaggio inutile dire è andato benissimo…. soprattutto il trekking alla Chapada Diamantina che ci è piaciuto moltissimo. Bisogna essere assolutamente allenati ( e Noi lo eravamo), MA NE VALE DAVVERO LA PENA. Unico rammarico di avere visto il giaguaro al Pantanal ma non essere riusciti a immortalarlo fotograficamente in quanto era troppo imboscato. Da cartolina anche l’ isola di Boipeba. È lo spirito del viaggio che piace a me, mete insolite ma da vedere e assaporare. Giuliano eContinua a leggere “Brasile”
Patagonia
Wild Patagonia Alessandro ed io abbiamo conosciuto Tim pochi mesi prima della nostra partenza per l’Argentina e nel pieno dell’organizzazione del nostro matrimonio svoltosi a fine agosto. Siamo partiti per la Patagonia dal 28 di agosto al 17 settembre e non ci siamo pentiti nemmeno una volta di esserci rivolti a Tim per l’organizzazione del nostro viaggio di nozze, organizzazione che si è rivelata essere impeccabile. Tim ha saputo accogliere tutte le nostre richieste consigliandoci nelle scelte, rispettando il nostro budget e rendendo il nostro viaggio indimenticabile. Un viaggio in Patagonia è adatto per chi ama gli spazi sconfinati ed il contatto con la natura. Il nostro primo timido approccio in questa terra sconfinata è stato a Valdès, qui abbiamo avuto l’occasione di vedere e fotografare la balena australis, esperienza veramente emozionante. Essendo inoltre alloggiati presso l’Estancia Punta Delgada (situata in uno dei posti più reconditi della peninsula) abbiamo avuto la possibilità, accompagnati dalla loro guida, di passeggiare per ore fra le colonie di Elefanti e Leoni marini. Grandi assenti sono stati però i Pinguini di Magellano, i quali a fine agosto non avevano ancora popolato le “pinguinere” del posto, motivo per cui, per chi ama questi simpatici pennuti, è consigliato un viaggio a stagione più inoltrata. La seconda tappa ci ha condotti verso il profondo sud, a Ushuaia – la “fin du mundo”, a partire dalla quale abbiamo avuto dapprima accesso al Canal del Beagle (la navigazione del quale è fortemente consigliata) ed in seguito al Parco Nazionale della
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Wild Patagonia
Alessandro ed io abbiamo conosciuto Tim pochi mesi prima della nostra partenza per l’Argentina e nel pieno dell’organizzazione del nostro matrimonio svoltosi a fine agosto.
Siamo partiti per la Patagonia dal 28 di agosto al 17 settembre e non ci siamo pentiti nemmeno una volta di esserci rivolti a Tim per l’organizzazione del nostro viaggio di nozze, organizzazione che si è rivelata essere impeccabile.
Tim ha saputo accogliere tutte le nostre richieste consigliandoci nelle scelte, rispettando il nostro budget e rendendo il nostro viaggio indimenticabile.
Un viaggio in Patagonia è adatto per chi ama gli spazi sconfinati ed il contatto con la natura. Il nostro primo timido approccio in questa terra sconfinata è stato a Valdès, qui abbiamo avuto l’occasione di vedere e fotografare la balena australis, esperienza veramente emozionante. Essendo inoltre alloggiati presso l’Estancia Punta Delgada (situata in uno dei posti più reconditi della peninsula) abbiamo avuto la possibilità, accompagnati dalla loro guida, di passeggiare per ore fra le colonie di Elefanti e Leoni marini.
Grandi assenti sono stati però i Pinguini di Magellano, i quali a fine agosto non avevano ancora popolato le “pinguinere” del posto, motivo per cui, per chi ama questi simpatici pennuti, è consigliato un viaggio a stagione più inoltrata.
La seconda tappa ci ha condotti verso il profondo sud, a Ushuaia – la “fin du mundo”, a partire dalla quale abbiamo avuto dapprima accesso al Canal del Beagle (la navigazione del quale è fortemente consigliata) ed in seguito al Parco Nazionale della Tierra del Fuego con tanto di pagaiata contro vento fino alla Baia LaPataia ed al famigerato cartello della fine della panamericana. Consigliatissima la tappa a “la Cocina del Freddy” per una cena a base di granchio reale.
Il nostro viaggio ha poi proseguito verso El Calafate, dove ci aspettava il ghiacciaio Perito Moreno ed i suoi colori spettacolari. Irrinunciabile è il minitrekking che ti permette di arrampicarti con i ramponi attraverso la parete sud del ghiacciaio.
L’avventura è in seguito proseguita a el Chalten con i suoi sentieri infiniti ed i suoi paesaggi mozzafiato. Per poterne godere appieno bisogna un po’ faticare ed essere pronti ad ogni clima ma il Cerro Fitz Roy vale tutti i km camminati.
Ci siamo poi diretti in Cile, al Parco Nazionale del Torres del Paine, dove abbiamo beneficiato del pacchetto Wildlife Safari dell’EcoCamp.
L’EcoCamp è situato alla base del Cerro Torre, la montagna più famosa del Torres del Paine. Concepito come “resort” a basso impatto ambientale, le camere sono dei “domes” riscaldati con stufe a legna, la cucina (assolutamente squisita) utilizza prodotti locali e di stagione ed il segnale telefonico è completamente assente così come il segnale wi-fi; l’ideale per chi vuole disintossicarsi dalla vita quotidiana.
Il programma EcoCamp offre escursioni quotidiane di differente grado di difficoltà sempre accompagnati da guide competenti, pronte ad adeguare il programma se il clima rigido ed il “viento patagonico” non permettono il corretto svolgimento delle attività previste.
Highlight del soggiorno all’EcoCamp è stato sicuramente l’avvistamento del puma andino.
Le nostre peripezie sono infine terminate a Buenos Aires. Per il noi il rientro in città è stato, dopo 3 settimane in Patagonia con i suoi spazi sconfinati, un vero trauma, motivo per cui non abbiamo goduto di questa bella città (molto europea) come meritava. Sicuramente diverso dal solito è stato lo spettacolo di Tango che consigliamo anche a chi, come noi, non ne capisce nulla!
Per concludere: ANDATECI e rivolgetevi a Tim per organizzare il vostro viaggio in questa terra magnifica che difficilmente vi scorderete.
Alice e Alessandro
Alessandro ed io abbiamo conosciuto Tim pochi mesi prima della nostra partenza per l’Argentina e nel pieno dell’organizzazione del nostro matrimonio svoltosi a fine agosto.
Siamo partiti per la Patagonia dal 28 di agosto al 17 settembre e non ci siamo pentiti nemmeno una volta di esserci rivolti a Tim per l’organizzazione del nostro viaggio di nozze, organizzazione che si è rivelata essere impeccabile.
Tim ha saputo accogliere tutte le nostre richieste consigliandoci nelle scelte, rispettando il nostro budget e rendendo il nostro viaggio indimenticabile.
Un viaggio in Patagonia è adatto per chi ama gli spazi sconfinati ed il contatto con la natura. Il nostro primo timido approccio in questa terra sconfinata è stato a Valdès, qui abbiamo avuto l’occasione di vedere e fotografare la balena australis, esperienza veramente emozionante. Essendo inoltre alloggiati presso l’Estancia Punta Delgada (situata in uno dei posti più reconditi della peninsula) abbiamo avuto la possibilità, accompagnati dalla loro guida, di passeggiare per ore fra le colonie di Elefanti e Leoni marini.
Grandi assenti sono stati però i Pinguini di Magellano, i quali a fine agosto non avevano ancora popolato le “pinguinere” del posto, motivo per cui, per chi ama questi simpatici pennuti, è consigliato un viaggio a stagione più inoltrata.
La seconda tappa ci ha condotti verso il profondo sud, a Ushuaia – la “fin du mundo”, a partire dalla quale abbiamo avuto dapprima accesso al Canal del Beagle (la navigazione del quale è fortemente consigliata) ed in seguito al Parco Nazionale della Tierra del Fuego con tanto di pagaiata contro vento fino alla Baia LaPataia ed al famigerato cartello della fine della panamericana. Consigliatissima la tappa a “la Cocina del Freddy” per una cena a base di granchio reale.
Il nostro viaggio ha poi proseguito verso El Calafate, dove ci aspettava il ghiacciaio Perito Moreno ed i suoi colori spettacolari. Irrinunciabile è il minitrekking che ti permette di arrampicarti con i ramponi attraverso la parete sud del ghiacciaio.
L’avventura è in seguito proseguita a el Chalten con i suoi sentieri infiniti ed i suoi paesaggi mozzafiato. Per poterne godere appieno bisogna un po’ faticare ed essere pronti ad ogni clima ma il Cerro Fitz Roy vale tutti i km camminati.
Ci siamo poi diretti in Cile, al Parco Nazionale del Torres del Paine, dove abbiamo beneficiato del pacchetto Wildlife Safari dell’EcoCamp.
L’EcoCamp è situato alla base del Cerro Torre, la montagna più famosa del Torres del Paine. Concepito come “resort” a basso impatto ambientale, le camere sono dei “domes” riscaldati con stufe a legna, la cucina (assolutamente squisita) utilizza prodotti locali e di stagione ed il segnale telefonico è completamente assente così come il segnale wi-fi; l’ideale per chi vuole disintossicarsi dalla vita quotidiana.
Il programma EcoCamp offre escursioni quotidiane di differente grado di difficoltà sempre accompagnati da guide competenti, pronte ad adeguare il programma se il clima rigido ed il “viento patagonico” non permettono il corretto svolgimento delle attività previste.
Highlight del soggiorno all’EcoCamp è stato sicuramente l’avvistamento del puma andino.
Le nostre peripezie sono infine terminate a Buenos Aires. Per il noi il rientro in città è stato, dopo 3 settimane in Patagonia con i suoi spazi sconfinati, un vero trauma, motivo per cui non abbiamo goduto di questa bella città (molto europea) come meritava. Sicuramente diverso dal solito è stato lo spettacolo di Tango che consigliamo anche a chi, come noi, non ne capisce nulla!
Per concludere: ANDATECI e rivolgetevi a Tim per organizzare il vostro viaggio in questa terra magnifica che difficilmente vi scorderete.
Alice e Alessandro
Colombia
Un bellissimo viaggio sulle tracce di Alexander von Humboldt e del suo “viaggio dei viaggi” di inizio ‘800 ed alla scoperta del sempre fascinoso realismo magico di Gabriel Garcia Marquez. Dal parco naturale del Cotopaxi, attraverso i mercati andini sino alle piazze della Quito coloniale per giungere poi nella vivace e ospitale Colombia dai mille colori. La verdeggiante e sempre primaverile zona cafetera e la calda e dirompente Cartagena des Indias per poi risalire il Rio Magdalena sino alla placida Mompox. Non dimenticheremo facilmente la maestosità del cono del Cotopaxi e la varietà dei frutti equatoriali, ma soprattutto la gentilezza e la accoglienza dei colombiani delle zone da noi visitate. Grazie mille Tim! Carla eContinua a leggere “Colombia”
Nord Argentina
Ciao Tim, come a tuo desiderio, ti diamo qualche indicazione ed impressione del nostro viaggio in Argentina, durato dal 25 agosto (partenza da Milano) all’8 (anzi al 9) settembre 2017. Il volo di andata è andato bene. Al ritorno abbiamo subito i ritardi e gli annullamenti dovuti allo sciopero del giorno prima della nostra prevista partenza messo in atto dal personale che si occupa delle valigie. Siamo dunque potuti partire il giorno seguente e abbiamo avuto così la possibilità di visitare San Paolo grazie a un tour city ben organizzato evidentemente all’ultimo da Tim, fermandoci a dormire in questa città, in un hotel vicino all’aeroporto. Quando siamo arrivati a Buenos Aires siamo stati accompagnati da una guida parlante italiano per una mezza giornata di visita della città. E’ stato molto utile, così che nella parte finale del viaggio – quando siamo rimasti a Buenos Aires per altri tre giorni – sapevamo già come muoverci e cosa approfondire. Il giorno dopo l’arrivo a Buenos Aires con un volo interno siamo arrivati a Salta e quel giorno siamo stati accompagnati da un’altra guida parlante italiano (Cecilia), che ci ha fatto visitare la città ed accompagnati durante la visita al bellissimo Museo dell’Alta Montagna (imperdibile ed emozionante). A Salta abbiamo conosciuto la guida che poi ci avrebbe accompagnato per tutto il resto del tour fino a rientrare dopo ca. una settimana sempre a Salta, per poi ancora tornare a Buenos Aires. Ma andiamo con ordine. Da Salta, con la nostra guida David (ex
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Ciao Tim,
come a tuo desiderio, ti diamo qualche indicazione ed impressione del nostro viaggio in Argentina, durato dal 25 agosto (partenza da Milano) all’8 (anzi al 9) settembre 2017. Il volo di andata è andato bene. Al ritorno abbiamo subito i ritardi e gli annullamenti dovuti allo sciopero del giorno prima della nostra prevista partenza messo in atto dal personale che si occupa delle valigie. Siamo dunque potuti partire il giorno seguente e abbiamo avuto così la possibilità di visitare San Paolo grazie a un tour city ben organizzato evidentemente all’ultimo da Tim, fermandoci a dormire in questa città, in un hotel vicino all’aeroporto.
Quando siamo arrivati a Buenos Aires siamo stati accompagnati da una guida parlante italiano per una mezza giornata di visita della città. E’ stato molto utile, così che nella parte finale del viaggio – quando siamo rimasti a Buenos Aires per altri tre giorni – sapevamo già come muoverci e cosa approfondire.
Il giorno dopo l’arrivo a Buenos Aires con un volo interno siamo arrivati a Salta e quel giorno siamo stati accompagnati da un’altra guida parlante italiano (Cecilia), che ci ha fatto visitare la città ed accompagnati durante la visita al bellissimo Museo dell’Alta Montagna (imperdibile ed emozionante).
A Salta abbiamo conosciuto la guida che poi ci avrebbe accompagnato per tutto il resto del tour fino a rientrare dopo ca. una settimana sempre a Salta, per poi ancora tornare a Buenos Aires. Ma andiamo con ordine.
Da Salta, con la nostra guida David (ex camionista che nel 2001, a causa della grave crisi economica che aveva colpito Argentina, aveva perso il lavoro e che con grande spirito di iniziativa si è riciclato facendo la guida in quei posti in cui precedentemente si occupava di trasporti con il suo camion) siamo partiti per la Quebrada di Humahuaca, lasciando la Finca Valentina, piccola struttura bellissima dove la sera abbiamo cenato e gustato un coniglio buonissimo. David ha subito dimostrato di sapere moltissime cose e il fatto che anche lui parlasse italiano ci ha molto facilitato nelle domande e risposte. La sua guida è sempre stata prudente ed attenta, lasciandoci il tempo necessario per goderci tutti quei paesaggi unici e che continuamente cambiavano. Da Salta siamo arrivati a Iruya, passando dalla Quebrada Humauaca; siamo giunti sul posto verso sera e l’ultimo raggio di sole ha illuminato la bella chiesetta gialla. Il paese è molto carino, in salita, con ciottolato e un cimitero – ma non triste – dietro l’hotel, fatto come tutti gli altri cimiteri della zona, con l’oratorio in mezzo e tombe sparse, anche su più piani, con tanti fiori finti colorati.
Il giorno seguente siamo ripartiti rifacendo in senso inverso la Quebrata di Humahuaca, ma fermandoci nei vari paesini tipici (anche se forse un po’ troppo turistici, ma patrimonio mondiale dell’UNESCO). Durante il percorso ci siamo soffermati anche a visitare Tilcara e Uquia (con una chiesetta carina e gelida, grazie ai materiali usati), andando a mangiare da Olga, pranzo casalingo squisito con prodotti del suo giardino. Abbiamo anche comperato da lei bella coperta di lana di lama. Tra i vari punti di interesse abbiamo anche visto il Cerro dei 7 colori, con vicino un altro caratteristico cimitero. Abbiamo pernottato a Purmamarca, paesino carino, anche se anch’esso con le bancarelle un po’ troppo turistiche. La struttura era molto bella e tranquilla, a ca. 20 minuti a piedi dal centro. La mattina seguente abbiamo fatto una bellissima passeggiata alle 09.00 di ca. 45 min., vedendo colori bellissimi; non c’era nessuno, dato che la gente – inspiegabilmente o forse tipicamente 😊 – arrivava più tardi, quando fa caldo ed i colori sono meno belli.
Da Pumamarca è iniziato il vero viaggio, nella direzione di Tolar Grande, passando da paesaggi unici, come Salinas Grandes, San Antonio de los Cobres (dove abbiamo pranzato), il deserto dei cristalli e il deserto rosso che visto al tramonto esaltava i suoi incredibili colori. L’altezza cominciava a farsi sentire, ma bastava mangiare leggero ed evitare sforzi, bere in abbondanza e tutto andava ed è andato bene! Arrivati a Tolar grande abbiamo dormito per la prima volta sopra i 3000 m e di notte la sensazione diversa si è sentita (battito cardiaco un po’ più accelerato, ma nulla di trascendentale); ancora una volta è bastato non stramangiare, evitare l’alcol e non fare sforzi e bere tanta tanta acqua naturale. Il giorno seguente siamo proseguiti verso El Penon, la regione senza dubbio più emozionante con paesaggi mozzafiato. Sull’altopiano della Puna non cerano turisti; neppure gli argentini arrivavano fin li. I grandi pullman si fermano nella Quebrada di Humahuaca. Eravamo solo noi due e David, nel silenzio e la pace delle alture andine. Per lunghi tratti non arrivava la linea telefonica e non c’era alcun wifi (ma David aveva con sé sempre il satellitare e regolarmente notificava all’agenzia con mezzi tecnici dove ci trovavamo). Qui i paesaggi lasciano di stucco, grandi salar e saline, con paesaggi dove ad un certo punto è comparsa anche il mistico vulcano di Llullailaco, dove era stata trovata la tomba dei tre bambini conservati a Salta nel Museo dell’Alta Montagna: un vulcano di quasi 7’000 m, con la neve. Al Penon siamo rimasti due notti; come al Tolar Grande la notte la temperatura scendeva sotto lo 0 termico, ma durante il giorno vi era un’escursione termica enorme, arrivando anche a 30 gradi. Il clima è sempre stato secco. Al Tolar Grande c’erano per la notte delle stufe elettriche, mentre al Penon le camere erano riscaldate da delle stufe a legna che con lunghi tubi davano una certa temperatura, senz’altro sufficiente, per non avere freddo. Tolar Grande e El Penon sono alimentati da un generatore; a El Penon il generatore funzionava solo dalle 17.00 alle 23.00 e con esso anche un lento wi fi. Come detto la zona del Penon è stata senza dubbio quella più bella ed emozionante, con dei paesaggi molto vari, dalla sabbia, alle colate laviche di basalto e di pomice, con laghetti che si dipingevano del colore delle montagne vicine e del cielo, rosso e blu; il nero della contrastava con la la vegetazione di un giallo intenso e le montagne rosse e verdi. Stupendo. Non sono mancati gli animali, compreso alcuni fenicotteri, soprattutto bianchi; e poi c’erano gli asini, i lama, le delicate vegonie.
Alla partenza dal El Penon avevamo capito che il top del tour lo stavamo lasciano alle spalle, anche se certi che avremmo visto altri paesaggi molto belli ma forse meno emozionanti.
Siamo dunque partiti per la direzione di Cafayate, dove finalmente abbiamo potuto bere un buon Malbec, vino corposo e che richiama la terra. A Cafayate l’albergo era molto bello, ma abbiamo cenato fuori (consigliabile), in un ristorante buonissimo, dove abbiamo gustato per la prima volta l’agnello, constatando che non aveva alcun gusto di selvatico.
I vigneti di Cafayate, con alcuni cactus nel loro mezzo, erano variegati e tenuti benissimo, con le cantine attorno, dalle più vecchie a quelle nuove.
Il giorno seguente abbiamo visitato altre due Quebrada, de la Concias e de las Flechas, per poi arrivare in serata a Molinos, paesino molto carino, con una chiesetta caratteristica. L’hotel era molto bello e ci siamo fermati a cenare, anche perché di alternative non ce n’erano.
Il giorno seguente siamo partiti per rientrare a Sata, passando dal bellissimo ed imperdibile paesino di Cachi, con il suo Cabildo e la chiesa, costruzioni caratteristiche dell’Argentina, che peraltro avevamo cominciato a vedere a Salta e abbiamo ritrovato a Buenos Aires. A Cachi abbiamo pranzato e assaporato un capretto divino, squisito, da non perdere: neppure lontanamente si poteva percepire un gusto di selvatico.
Giunti a Salta abbiamo voluto cenare in centro, al ristorante Dona Salta, molto buono, con la favolosa carne argentina. La sera abbiamo un po’ girato, ma l’ambiente non ci ha entusiasmati e pertanto siamo rientrati alla Finca Valentina, dove ancora una volta ci siamo trovati molto bene.
Il giorno dopo abbiamo finalmente riposato un po’ per poi prendere l’aereo nel primo pomeriggio e ritornare a Buenos Aires.
A Buenos Aires siamo rimasti tre giorni; la città è particolare, siccome è fatta di quartieri che sono molto diversi fra loro.
E’ una grande città, ma la nostra impressione è che fossero tante città vista la diversità tra un quartiere e l’altro.
Puerto Madeiro è oggi un quartiere moderno. In quella zona abbiamo mangiato due volte, talmente era buono il manzo e il vino che lo accompagnava (Las casa de las Lilas). Porto Madeiro è un quartiere molto bello, da visitare la sera, con il ponte di Calatrava e tanti baretti. Il giorno dopo abbiamo visitato il centro, con la Casa Rosada, il Cabildo (rifatto) e altro. La Calle Florida un po’ decadente. Nei giorni a seguire abbiamo visitato anche gli altri quartieri, come detto molto diversi fra loro, compreso Palermo vecchia.
Una sera abbiamo visto uno spettacolo di tango all’Esquina de Homero Manzi e un’altra sera abbiamo visto uno spettacolo Jazz di altissima qualità al Torquato Tasso (locale tipico per il jazz e gli spettacoli di musica analoghi, ma in un quartiere che è meglio raggiungere in taxi la sera). Non abbiamo neppure mancato la visita al cimitero monumentale, il Museo di Evita, il Museo dell’arte sudamericana e altro ancora, come la Boca.
L’ultimo giorno avevamo programmato di visitare un ulteriore museo, ma siamo stati avvisati che il nostro volo di rientro in Italia, passando nuovamente per San Paolo, previsto nel tardo pomeriggio era stato annullato; così abbiamo dovuto recarci subito all’aeroporto per trovare un’alternativa che inizialmente sembra avessimo trovato, per poi gradualmente capire che a San Paolo non avremmo mai preso la coincidenza per Milano e si prospettava dunque la necessità di pernottare a San Paolo. Nulla di male, anzi. A seguito del forzato pernottamento a San Paolo e grazie al fatto che in quei giorni molti brasiliani avevano fatto vacanza, siamo riusciti a spostarci direi agilmente su strade che usualmente sono intasate! Abbiamo così messo a frutto un’intesa visita di 5 ore della città , organizzata all’ultimo minuto da Tim. Siamo stati accompagnati da una guida parlante inglese e spagnolo, competente e gentile, che ci ha fatto visitare in particolare il centro, il quartiere cinese e la grande via dove si alternano palazzi, grattacieli e piccole costruzioni di inizio 1900.
La sera avevamo il volo per Milano e siamo arrivati tempestivamente all’aeroporto per evitare problemi.
Il giorno dopo siamo arrivati a Milano e poi rientrati a casa, con dei ricordi indelebili, soprattutto della Puna.
Tim ci ha sempre seguiti ed in caso di necessità è sempre stato reperibile e disponibile.
Carla e Alberto
come a tuo desiderio, ti diamo qualche indicazione ed impressione del nostro viaggio in Argentina, durato dal 25 agosto (partenza da Milano) all’8 (anzi al 9) settembre 2017. Il volo di andata è andato bene. Al ritorno abbiamo subito i ritardi e gli annullamenti dovuti allo sciopero del giorno prima della nostra prevista partenza messo in atto dal personale che si occupa delle valigie. Siamo dunque potuti partire il giorno seguente e abbiamo avuto così la possibilità di visitare San Paolo grazie a un tour city ben organizzato evidentemente all’ultimo da Tim, fermandoci a dormire in questa città, in un hotel vicino all’aeroporto.
Quando siamo arrivati a Buenos Aires siamo stati accompagnati da una guida parlante italiano per una mezza giornata di visita della città. E’ stato molto utile, così che nella parte finale del viaggio – quando siamo rimasti a Buenos Aires per altri tre giorni – sapevamo già come muoverci e cosa approfondire.
Il giorno dopo l’arrivo a Buenos Aires con un volo interno siamo arrivati a Salta e quel giorno siamo stati accompagnati da un’altra guida parlante italiano (Cecilia), che ci ha fatto visitare la città ed accompagnati durante la visita al bellissimo Museo dell’Alta Montagna (imperdibile ed emozionante).
A Salta abbiamo conosciuto la guida che poi ci avrebbe accompagnato per tutto il resto del tour fino a rientrare dopo ca. una settimana sempre a Salta, per poi ancora tornare a Buenos Aires. Ma andiamo con ordine.
Da Salta, con la nostra guida David (ex camionista che nel 2001, a causa della grave crisi economica che aveva colpito Argentina, aveva perso il lavoro e che con grande spirito di iniziativa si è riciclato facendo la guida in quei posti in cui precedentemente si occupava di trasporti con il suo camion) siamo partiti per la Quebrada di Humahuaca, lasciando la Finca Valentina, piccola struttura bellissima dove la sera abbiamo cenato e gustato un coniglio buonissimo. David ha subito dimostrato di sapere moltissime cose e il fatto che anche lui parlasse italiano ci ha molto facilitato nelle domande e risposte. La sua guida è sempre stata prudente ed attenta, lasciandoci il tempo necessario per goderci tutti quei paesaggi unici e che continuamente cambiavano. Da Salta siamo arrivati a Iruya, passando dalla Quebrada Humauaca; siamo giunti sul posto verso sera e l’ultimo raggio di sole ha illuminato la bella chiesetta gialla. Il paese è molto carino, in salita, con ciottolato e un cimitero – ma non triste – dietro l’hotel, fatto come tutti gli altri cimiteri della zona, con l’oratorio in mezzo e tombe sparse, anche su più piani, con tanti fiori finti colorati.
Il giorno seguente siamo ripartiti rifacendo in senso inverso la Quebrata di Humahuaca, ma fermandoci nei vari paesini tipici (anche se forse un po’ troppo turistici, ma patrimonio mondiale dell’UNESCO). Durante il percorso ci siamo soffermati anche a visitare Tilcara e Uquia (con una chiesetta carina e gelida, grazie ai materiali usati), andando a mangiare da Olga, pranzo casalingo squisito con prodotti del suo giardino. Abbiamo anche comperato da lei bella coperta di lana di lama. Tra i vari punti di interesse abbiamo anche visto il Cerro dei 7 colori, con vicino un altro caratteristico cimitero. Abbiamo pernottato a Purmamarca, paesino carino, anche se anch’esso con le bancarelle un po’ troppo turistiche. La struttura era molto bella e tranquilla, a ca. 20 minuti a piedi dal centro. La mattina seguente abbiamo fatto una bellissima passeggiata alle 09.00 di ca. 45 min., vedendo colori bellissimi; non c’era nessuno, dato che la gente – inspiegabilmente o forse tipicamente 😊 – arrivava più tardi, quando fa caldo ed i colori sono meno belli.
Da Pumamarca è iniziato il vero viaggio, nella direzione di Tolar Grande, passando da paesaggi unici, come Salinas Grandes, San Antonio de los Cobres (dove abbiamo pranzato), il deserto dei cristalli e il deserto rosso che visto al tramonto esaltava i suoi incredibili colori. L’altezza cominciava a farsi sentire, ma bastava mangiare leggero ed evitare sforzi, bere in abbondanza e tutto andava ed è andato bene! Arrivati a Tolar grande abbiamo dormito per la prima volta sopra i 3000 m e di notte la sensazione diversa si è sentita (battito cardiaco un po’ più accelerato, ma nulla di trascendentale); ancora una volta è bastato non stramangiare, evitare l’alcol e non fare sforzi e bere tanta tanta acqua naturale. Il giorno seguente siamo proseguiti verso El Penon, la regione senza dubbio più emozionante con paesaggi mozzafiato. Sull’altopiano della Puna non cerano turisti; neppure gli argentini arrivavano fin li. I grandi pullman si fermano nella Quebrada di Humahuaca. Eravamo solo noi due e David, nel silenzio e la pace delle alture andine. Per lunghi tratti non arrivava la linea telefonica e non c’era alcun wifi (ma David aveva con sé sempre il satellitare e regolarmente notificava all’agenzia con mezzi tecnici dove ci trovavamo). Qui i paesaggi lasciano di stucco, grandi salar e saline, con paesaggi dove ad un certo punto è comparsa anche il mistico vulcano di Llullailaco, dove era stata trovata la tomba dei tre bambini conservati a Salta nel Museo dell’Alta Montagna: un vulcano di quasi 7’000 m, con la neve. Al Penon siamo rimasti due notti; come al Tolar Grande la notte la temperatura scendeva sotto lo 0 termico, ma durante il giorno vi era un’escursione termica enorme, arrivando anche a 30 gradi. Il clima è sempre stato secco. Al Tolar Grande c’erano per la notte delle stufe elettriche, mentre al Penon le camere erano riscaldate da delle stufe a legna che con lunghi tubi davano una certa temperatura, senz’altro sufficiente, per non avere freddo. Tolar Grande e El Penon sono alimentati da un generatore; a El Penon il generatore funzionava solo dalle 17.00 alle 23.00 e con esso anche un lento wi fi. Come detto la zona del Penon è stata senza dubbio quella più bella ed emozionante, con dei paesaggi molto vari, dalla sabbia, alle colate laviche di basalto e di pomice, con laghetti che si dipingevano del colore delle montagne vicine e del cielo, rosso e blu; il nero della contrastava con la la vegetazione di un giallo intenso e le montagne rosse e verdi. Stupendo. Non sono mancati gli animali, compreso alcuni fenicotteri, soprattutto bianchi; e poi c’erano gli asini, i lama, le delicate vegonie.
Alla partenza dal El Penon avevamo capito che il top del tour lo stavamo lasciano alle spalle, anche se certi che avremmo visto altri paesaggi molto belli ma forse meno emozionanti.
Siamo dunque partiti per la direzione di Cafayate, dove finalmente abbiamo potuto bere un buon Malbec, vino corposo e che richiama la terra. A Cafayate l’albergo era molto bello, ma abbiamo cenato fuori (consigliabile), in un ristorante buonissimo, dove abbiamo gustato per la prima volta l’agnello, constatando che non aveva alcun gusto di selvatico.
I vigneti di Cafayate, con alcuni cactus nel loro mezzo, erano variegati e tenuti benissimo, con le cantine attorno, dalle più vecchie a quelle nuove.
Il giorno seguente abbiamo visitato altre due Quebrada, de la Concias e de las Flechas, per poi arrivare in serata a Molinos, paesino molto carino, con una chiesetta caratteristica. L’hotel era molto bello e ci siamo fermati a cenare, anche perché di alternative non ce n’erano.
Il giorno seguente siamo partiti per rientrare a Sata, passando dal bellissimo ed imperdibile paesino di Cachi, con il suo Cabildo e la chiesa, costruzioni caratteristiche dell’Argentina, che peraltro avevamo cominciato a vedere a Salta e abbiamo ritrovato a Buenos Aires. A Cachi abbiamo pranzato e assaporato un capretto divino, squisito, da non perdere: neppure lontanamente si poteva percepire un gusto di selvatico.
Giunti a Salta abbiamo voluto cenare in centro, al ristorante Dona Salta, molto buono, con la favolosa carne argentina. La sera abbiamo un po’ girato, ma l’ambiente non ci ha entusiasmati e pertanto siamo rientrati alla Finca Valentina, dove ancora una volta ci siamo trovati molto bene.
Il giorno dopo abbiamo finalmente riposato un po’ per poi prendere l’aereo nel primo pomeriggio e ritornare a Buenos Aires.
A Buenos Aires siamo rimasti tre giorni; la città è particolare, siccome è fatta di quartieri che sono molto diversi fra loro.
E’ una grande città, ma la nostra impressione è che fossero tante città vista la diversità tra un quartiere e l’altro.
Puerto Madeiro è oggi un quartiere moderno. In quella zona abbiamo mangiato due volte, talmente era buono il manzo e il vino che lo accompagnava (Las casa de las Lilas). Porto Madeiro è un quartiere molto bello, da visitare la sera, con il ponte di Calatrava e tanti baretti. Il giorno dopo abbiamo visitato il centro, con la Casa Rosada, il Cabildo (rifatto) e altro. La Calle Florida un po’ decadente. Nei giorni a seguire abbiamo visitato anche gli altri quartieri, come detto molto diversi fra loro, compreso Palermo vecchia.
Una sera abbiamo visto uno spettacolo di tango all’Esquina de Homero Manzi e un’altra sera abbiamo visto uno spettacolo Jazz di altissima qualità al Torquato Tasso (locale tipico per il jazz e gli spettacoli di musica analoghi, ma in un quartiere che è meglio raggiungere in taxi la sera). Non abbiamo neppure mancato la visita al cimitero monumentale, il Museo di Evita, il Museo dell’arte sudamericana e altro ancora, come la Boca.
L’ultimo giorno avevamo programmato di visitare un ulteriore museo, ma siamo stati avvisati che il nostro volo di rientro in Italia, passando nuovamente per San Paolo, previsto nel tardo pomeriggio era stato annullato; così abbiamo dovuto recarci subito all’aeroporto per trovare un’alternativa che inizialmente sembra avessimo trovato, per poi gradualmente capire che a San Paolo non avremmo mai preso la coincidenza per Milano e si prospettava dunque la necessità di pernottare a San Paolo. Nulla di male, anzi. A seguito del forzato pernottamento a San Paolo e grazie al fatto che in quei giorni molti brasiliani avevano fatto vacanza, siamo riusciti a spostarci direi agilmente su strade che usualmente sono intasate! Abbiamo così messo a frutto un’intesa visita di 5 ore della città , organizzata all’ultimo minuto da Tim. Siamo stati accompagnati da una guida parlante inglese e spagnolo, competente e gentile, che ci ha fatto visitare in particolare il centro, il quartiere cinese e la grande via dove si alternano palazzi, grattacieli e piccole costruzioni di inizio 1900.
La sera avevamo il volo per Milano e siamo arrivati tempestivamente all’aeroporto per evitare problemi.
Il giorno dopo siamo arrivati a Milano e poi rientrati a casa, con dei ricordi indelebili, soprattutto della Puna.
Tim ci ha sempre seguiti ed in caso di necessità è sempre stato reperibile e disponibile.
Carla e Alberto
Cile e Bolivia
Visitare Atacama e il Salar di Uyuni era il nostro sogno da molto tempo: ora possiamo dire che la realtà ha superato tutte le nostre aspettative: le Ande, il deserto di Atacama, l’ altipiano della Bolivia con le sue meravigliose lagune colorate, il Salar de Uyuni, davvero incredibile, sono paesaggi di una bellezza che lascia senza parole, emozionante … non vorresti mai allontanarti. Visitando San Pedro de Atacama, e poi Potosí, Sucre, La Paz e l’ Isla del Sol, sul lago Titicaca, abbiamo avuto il tempo di entrare in contatto con la gente del luogo, la loro cultura e le loro idee: per noi un lato imprescindibile di un viaggio è l’ incontro con l’ altro. Questo viaggio è impegnativo, e anche faticoso, sia per l’ altitudine ( si viaggia per giorni tra i 3500 e i 4500 m, con punte fino a quasi 5000 ), sia per i molti km percorsi in mezzo al nulla ( un meraviglioso nulla … ) su strade che spesso sono piste sassose: quasi impensabile farlo autonomamente. Noi abbiamo superato bene queste difficoltà soprattutto grazie alla accorta e perfetta organizzazione da parte di Tim, che ha creato il viaggio su misura per noi, e grazie anche a guide esperte ed attente. Tutto ha funzionato bene: orari, trasporti, alberghi, guide e poi, bisogna pur dirlo, grazie alla gran fortuna con il tempo … sempre bello, senza vento, perfino caldo a volte, e mai troppo freddo, abbiamo potuto svolgere tutto il programma con agio. Una menzione
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Visitare Atacama e il Salar di Uyuni era il nostro sogno da molto tempo: ora possiamo dire che la realtà ha superato tutte le nostre aspettative: le Ande, il deserto di Atacama, l’ altipiano della Bolivia con le sue meravigliose lagune colorate, il Salar de Uyuni, davvero incredibile, sono paesaggi di una bellezza che lascia senza parole, emozionante … non vorresti mai allontanarti.
Visitando San Pedro de Atacama, e poi Potosí, Sucre, La Paz e l’ Isla del Sol, sul lago Titicaca, abbiamo avuto il tempo di entrare in contatto con la gente del luogo, la loro cultura e le loro idee: per noi un lato imprescindibile di un viaggio è l’ incontro con l’ altro.
Questo viaggio è impegnativo, e anche faticoso, sia per l’ altitudine ( si viaggia per giorni tra i 3500 e i 4500 m, con punte fino a quasi 5000 ), sia per i molti km percorsi in mezzo al nulla ( un meraviglioso nulla … ) su strade che spesso sono piste sassose: quasi impensabile farlo autonomamente.
Noi abbiamo superato bene queste difficoltà soprattutto grazie alla accorta e perfetta organizzazione da parte di Tim, che ha creato il viaggio su misura per noi, e grazie anche a guide esperte ed attente.
Tutto ha funzionato bene: orari, trasporti, alberghi, guide e poi, bisogna pur dirlo, grazie alla gran fortuna con il tempo … sempre bello, senza vento, perfino caldo a volte, e mai troppo freddo, abbiamo potuto svolgere tutto il programma con agio.
Una menzione particolare la meritano le guide: per quanto il viaggio fosse stato studiato e preparato … hanno saputo sorprenderci, ognuno a modo suo, con delle particolarità che difficilmente si possono proporre in un pacchetto turistico di gruppo, tipo picnic in perfetta solitudine in mezzo al Salar in Bolivia, o inaspettate colazioni “complete” con vista sui geyser del Tatio in Cile, ed altre chicche del genere.
Che voglia di ripartire … a presto Tim. Nadia e Max
Visitando San Pedro de Atacama, e poi Potosí, Sucre, La Paz e l’ Isla del Sol, sul lago Titicaca, abbiamo avuto il tempo di entrare in contatto con la gente del luogo, la loro cultura e le loro idee: per noi un lato imprescindibile di un viaggio è l’ incontro con l’ altro.
Questo viaggio è impegnativo, e anche faticoso, sia per l’ altitudine ( si viaggia per giorni tra i 3500 e i 4500 m, con punte fino a quasi 5000 ), sia per i molti km percorsi in mezzo al nulla ( un meraviglioso nulla … ) su strade che spesso sono piste sassose: quasi impensabile farlo autonomamente.
Noi abbiamo superato bene queste difficoltà soprattutto grazie alla accorta e perfetta organizzazione da parte di Tim, che ha creato il viaggio su misura per noi, e grazie anche a guide esperte ed attente.
Tutto ha funzionato bene: orari, trasporti, alberghi, guide e poi, bisogna pur dirlo, grazie alla gran fortuna con il tempo … sempre bello, senza vento, perfino caldo a volte, e mai troppo freddo, abbiamo potuto svolgere tutto il programma con agio.
Una menzione particolare la meritano le guide: per quanto il viaggio fosse stato studiato e preparato … hanno saputo sorprenderci, ognuno a modo suo, con delle particolarità che difficilmente si possono proporre in un pacchetto turistico di gruppo, tipo picnic in perfetta solitudine in mezzo al Salar in Bolivia, o inaspettate colazioni “complete” con vista sui geyser del Tatio in Cile, ed altre chicche del genere.
Che voglia di ripartire … a presto Tim. Nadia e Max
Viaggio nel Nord Argentina
Viaggio tra paesaggi lunari Grazie Tim per la perfetta organizzazione, supporto e assistenza durante il nostro bellissimo viaggio nel NOA (Nord Ovest Argentino). Il nord dell’Argentina è un mondo di forti contrasti e di meraviglie geologiche ancora poco conosciute, paesaggi lunari, vulcani e deserti salati. Il soggiorno a Colomé è stato molto piacevole (ottimo il vino bianco locale Torrontés). Bella anche la città di Buenos Aires e incredibili le cascate di Iguazú. La prossima volta ti chiederemo la Patagonia. Si tratta di un itinerario sicuramente unico, lontano dai percorsi turisti . Un percorso mozzafiato dove una natura spettacolare fa da protagonista. Giacomo e Alessia Vedi viaggio nel NordContinua a leggere “Viaggio nel Nord Argentina”